martedì 30 marzo 2010

Chi visse sperando morì cagando



Tornando da un viaggio Napoli nel 2008 fui costretto mio malgrado ad usare un taxi per farmi riportare a casa in quel di Firenze.
Il taxi mi imbarazza, mi trasmette una sensazione di roba da signori o da cafoni e io non sono ne l'uno ne l'altro, pertanto quando mi capita di usarlo passo il mio tempo a guardare il panorama in silenzio.
Quella volta invece il tassista con il suo fare sanguigno tipico dei toscani mi diede una descrizione molto calzante della situazione politica dimostrandomi quanto la gente "umile" sia molto più sveglia, intelligente e acuta di quanto i "dirigenti" vogliano o possano comprendere.

Il succo della sua teoria era il seguente concetto: "che senso ha votare per veltroni (all'epoca c'era ancora lui a sgovernare il PD) se poi il programma politico è lo stesso?"

Un operaio necessita di qualcuno che lo tuteli, se non al governo almeno all'opposizione. Le elezioni del 2008 sono state un mero voto di protesta, chi non ha votato o chi ha volutamente votato per la parte opposta ha lanciato un segnale che però la nomenklatura del PD non ha voluto e tuttora non vuole sentire.
Abbiamo quindi dovuto assistere ad uno scempio di candidature nelle varie regioni che erano dei tappeti rossi stesi alla destra perché li percorresse.

De Luca in Campania, degno erede di Bassolino era invotabile e il risultato non si è fatto attendere.
La Bresso in Piemonte a favore della TAV come poteva rappresentare l'alternativa ad un candidato che puo' stare sulle balle quanto si vuole, ma che è portato avanti da una forza politica che sa fare campagna sul territorio, sulle persone?

E infine la Bonino nel lazio, la cui candidatura ho sempre considerato un fantastico regalo allo schieramento di centro desta, che è stata capace di perdere in un testa a testa contro un avversario che aveva un grave handicap alle cappellate prodotte in fase di presentazione liste.
Ecco quindi che ancora una volta ci sono segnali forti dalla base, una stanchezza del popolo di sinistra su queste candidature frutto di inciuci con gli alleati o con le correnti interne, alcune delle quali palesemente a favore di Berlusconi e soci.

Ecco quindi svanire la speranza di poter cambiare qualcosa. Ma forse il non avere più speranza è l'unica speranza che abbiamo, come il grande Monicelli ha fatto notare nell'intervista rilasciata a Raiperunanotte.

Per come la vedo io l'unica possibiltà rimasta di cambiare questo paese sembra nascere dal basso, dal piccolo gruppo delle liste civiche a 5 stelle, il cui sponsor Grillo potrà stare simpatico o antipatico, ma che resta l'unico che, sulla scena politica, è capace di parlare la lingua dei cittadini che non vogliono speranze o consigli ma fatti per risolvere la situazione di crisi che non ci ha ancora colpito nel suo pieno.
L'emilia romagna più di tutte sembra aver colto questo messaggio premiando la lista 5 stelle con 2 consiglieri regionali che rifiuteranno lo stipendio da regionali, 28.000 euro al mese risparmiati dalla regione.

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