Anni fa, in un'altra piazza digitale, ormai sparita nel nulla scrissi un post relativo all'aborto.
Mi imbattei in una pagina dove si elencavano i vari metodi adoperati per terminare una gravidanza e rimasi turbato dalle metodiche cruente per ottenere il risultato voluto.
Ricordo che in quel post non criticai il diritto della donna di poter disporre del proprio corpo ma ebbi da ridire sull'atto pratico in se.
I commenti che ci furono su quel post furono tanto violenti quanto sconclusionati.
La maggior parte furono ovviamente di donne che erano tutte unite su di un fatto.
Io ero il pezzo di merda maschilista che stava attaccando la loro libertà di scelta.
Nessuna di loro aveva compreso, accecate da una violenta emotività, l'argomento del mio post.
Cambiano gli anni, e gli autori, ma la storia si ripete in un crescendo di cieca emotività.
Sulla pagina Facebook di Informare per resistere leggo una nota relativa al fatto che a causa dell'obiezione di coscienza dei medici delle usl nel veneto è molto complicato, se non impossibile abortire in un ospedale pubblico.
Storia totalmente diversa se, avendo i soldi, si va ad abortire in una struttura privata dove è molto probabile trovare gli stessi "obiettori" che, come cantava de gregori in dottor doberman, con certe cose hanno problemi se sono in pubblico ma che gli vengono benissimo in privato.
Il mio commento a riguardo è stato estremamente semplice.
Agli obiettori, che solevando questa eccezione in una struttura pubblica provocano una interruzione di pubblico servizio venga sospeso lo stipedio.
Ed ecco che commenti emotivi di chi non ha capito un cazzo di quello che ho scritto si sono fatti vedere.
Una simpatica signorina mi ha dato del deficiente senza rendersi conto del fatto che le leggi vanno rispettate.
Ora io con la mia proposta sono stato anche abbastanza tranquillo visto che l'ho buttata li pensando "colpiamoli nel portafogli".
L'articolo 9 della legge 194, ultimo comma recita:
L'obiezione di coscienza si intende revocata, con effetto, immediato, se chi l'ha sollevata prende parte a procedure o a interventi per l'interruzione della gravidanza previsti dalla presente legge, al di fuori dei casi di cui al comma precedente.
Comma che recita:
L'obiezione di coscienza non può essere invocata dal personale sanitario, ed esercente le attività ausiliarie quando, data la particolarità delle circostanze, il loro personale intervento è indispensabile per salvare la vita della donna in imminente pericolo.
Sostanzialmente l'articolo 9 permette ai medici e sanitari di obiettare e quindi esimersi dalle pratiche di interruzione di gravidanza con una sola eccezione, se la vita della donna è in pericolo e il loro intervento è indispensabile per salvarle la vita.
Ogni attività di interruzione di gravidanza fatta da un obiettore in situazioni diverse dal pericolo di vita della donna fa decadere con effetto immediato l'obiezione di coscienza.
I medici obiettori pubblici, che praticano aborti in strutture private vanno denunciati affinché la loro obiezione decada con effetto immediato.
A morte gli obiettori.
RispondiEliminaNon ci dovrebbero proprio essere.
A no ci dovrebbero essere ma nelle cliniche private con quelle donne che, sfondate fino alle tonsille, predicano bene e razzolano male alle spalle dei mariti con un figlio che del padre (quello sposato con la propria madre) non ha neanche un capello.
Mater certa est, pater no.
Aborto si, ma consapevole e con più ragguagli sulle pratiche. (sarà che qui succede esattamente il contrario che in veneto, se i chirurghi non fanno gli aborti i capireparto con tutte le marchette politiche li mandano a pulire i cessi a tangeri).